Questo lavoro è stato realizzato dagli studenti delle classi seconde sperimentali dell’Istituto “L. Stefanini” di Venezia-Mestre nell’anno scolastico 1981-’82. Ad ogni titolo corrisponde un fascicolo ciclostilato, per un totale di 226 pagine. I fascicoli furono distribuiti a tutti gli studenti; alcune copie sono custodite nella biblioteca dell’Istituto.
Voci e memorie del ventennio fascista
Dagli scritti degli storici alla voce della gente comune: politica, economia, cultura, vita civile e costume nell’Italia del ventennio fascista.
Anteprima: Un’ipotesi di storia orale. Modellistica. Metodologia.
Le memorie private dell’Italia giolittiana. La famiglia, le tradizioni, la guerra.
Vita in famiglia: rapporto genitori-figli, rapporto marito-moglie, educazione dei figli.
L’alimentazione. Le tradizioni gastronomiche.
L’abbigliamento. L’istruzione. Le feste religiose e civili.
La guerra nei ricordi dei combattenti e nelle testimonianze dei familiari
La situazione economica e sociale dell’immediato primo dopoguerra.
Il fascismo e il Parlamento. “Potevo fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto” (Benito Mussolini).
L’Opposizione anti-fascista. “Il regime li può colpire, perseguitare, disperdere ma non potrà mai aver ragione della loro opposizione, perché non si può estirpare un istinto morale” (F. Parri).
La politica industriale del fascismo. “Raggiungere il massimo dell’autarchia economica della nazione è presupposto necessario e garanzia fondamentale della sua indipendenza politica e della sua potenza” (Benito Mussolini).
La politica finanziaria. “Ora sono anch’io, piccola lira fascista, un pezzo da novanta” (ovvero della rivalutazione della moneta).
La politica agraria. Le campagne tra realtà e propaganda. “Camerati contadini, la trebbiatura comincia”.
Stato corporativo e Sindacati fascisti. “Art. 2. Il lavoro, sotto tutte le forme organizzative ed esecutive, intellettuali, tecniche e manuali, è un dovere sociale. A questo titolo e solo a questo titolo è tutelato dallo Stato” (Carta del Lavoro).
Corpi dello Stato e Società civile.
La magistratura. “La legge è uguale per tutti…quelli che dico io”.
Il carcere. E’ fuori da ogni realtà umana e giuridica la pretesa che l’imputato debba, nel trattamento da farglisi durante il procedimento, essere trattato come se fosse innocente” (A. Rocco).
La politica militare e l’esercito. “L’esercito farà il suo dovere” (A. Diaz).
La scuola. “Libro e moschetto, fascista perfetto”.
Il fascismo e i giovani. “Credere, obbedire, combattere”.
Il partito di massa e l’organizzazione del consenso. “Duce, tu sei tutti noi”.
La donna. Sposa e madre esemplare. “La donna è la casa, la donna è la famiglia”.
La cucina autarchica del ventennio. “Annuncio il prossimo lanciamento della cucina futurista per il rinnovamento totale del sistema alimentare italiano, da rendere al più presto adatto alle necessità dei nuovi sforzi eroici e dinamici imposti alla razza. Essa sarà liberata dalla vecchia ossessione del volume e del peso e avrà, per uno dei suoi principi, l’abolizione della pastasciutta al sugo” (F. T. Marinetti, 1930).
La stampa. “Mussolini ha sempre ragione” (L. Longanesi).
Radio e potere. “Per iniziativa del Prefetto gli agricoltori ternani hanno potuto ascoltare, viva e palpitante, ferrea e netta, incisiva e vivace, la voce del Duce” (cronaca del “Messaggero”).
La canzone italiana del ventennio. “Faccetta nera, bell’abissina / Aspetta e spera che già l’ora s’avvicina, / quando staremo vicino a te / noi ti daremo un’altra legge e un altro re”.
Il teatro. “In paese ci aspettava una straordinaria novità: era arrivato allora, su un carro tirato da un cavallo magro, una compagnia di attori. Si sarebbero fermati qualche giorno, avrebbero recitato, ci sarebbe stato il teatro!” (Carlo Levi, “Cristo si è fermato ad Eboli”).
Il cinema. “La cinematografia è l’arma più forte” (Benito Mussolini).
La moda nel ventennio. “L’eleganza nel vestire e, in ogni modo, la cura della propria toiletta influiscono molto sfavorevolmente sulla fecondità e un poco a vantaggio delle probabilità matrimoniali” (C. A. Grillenzoni, 1931).
Il Dopolavoro e la mobilitazione delle masse. “Dobbiamo sviluppare una politica diretta a esercitare un’influenza sempre più notevole nelle abitudini ricreative popolari” (B. Mussolini).
La Conciliazione e i Patti Lateranensi. “Crediamo di avere con esso (il Concordato) ridato Dio all’Italia e l’Italia a Dio” (papa Pio XI).
La politica estera italiana con i paesi dell’Europa occidentale e con gli USA. “Pensate, giovani, che l’Italia va mettendosi alla testa del mondo e che molte invidie suscita” (Mussolini).
I rapporti tra Italia e Germania. “In fondo sento che l’alleanza con noi vale per i tedeschi soltanto per quel quantitativo di forze che noi potremmo distrarre dai loro fronti. Le nostre sorti non li interessano” (Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri).
La campagna d’Etiopia. “La sola alternativa che ci rimane è l’Africa” (Dino Grandi).
La guerra di Spagna. “Oggi in Spagna, domani in Italia” (Carlo Rosselli).
Gli intellettuali e il fascismo. “Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo” (E. Montale).
La politica urbanistica del fascismo. Autarchia di materiali, autarchia di forme. “Roma deve apparire meravigliosa a tutte le genti del mondo: vasta, ordinata, potente, come fu ai tempi del primo impero romano di Augusto” (Benito Mussolini).
La politica razziale del fascismo. “Considerate se questo è un uomo / che lavora nel fango / che non conosce pace / che muore per un sì o per un no./ Considerate se questa è una donna, / senza capelli e senza nome / senza più forza di ricordare / vuoti gli occhi e freddo il grembo / come una rana d’inverno” (Primo Levi, “Se questo è un uomo”).
prof. Maria Luisa Pignataro