Adolescenze bestiali
Le piccole iene, graziose, bullizzano i coetanei, mentre gazzelle e lontre sfidano la morte e i lupi soffrono per amore… Diventare adulti è complicato per tutti.
Ribelli, insicuri e sfrontati, goffi, avventati, vitalissimi e al tempo stesso facili a deprimersi. Sono gli adolescenti: e non solo quegli adorabili e detestabili bipedi che abbiamo in casa, perché l’adolescenza è un fenomeno trasversale e assai riconoscibile, per i suoi tratti, in mammiferi, uccelli, pesci, anfibi e rettili. “Nella nostra ricerca abbiamo appurato che non importa se sei un giovane coccodrillo, un salmone o un diciassettenne umano: dovrai comunque affrontare le stesse sfide dell’età –restare al sicuro, destreggiarti tra le gerarchie sociali, comunicare sessualmente e “lasciare il nido”- mettendo in atto comportamenti, affinati dall’evoluzione, che agli adulti sembrano spesso stolti o riprovevoli”. A dirlo è Barbara Natterson-Horowitz, docente di biologia evolutiva alla Harvard University, che, insieme alla giornalista Kathryn Bowers, confronta adolescenti animali e umani nel saggio “L’età selvaggia” (Piemme), segnalando l’ubiquità in natura di alcuni comportamenti giovanili come, per esempio, il bullismo.
“Nelle iene questo fenomeno è particolarmente evidente, per via delle rigide gerarchie sociali e del forte nepotismo: nei gruppi di iene vige il matriarcato e i figli delle femmine di alto rango già in giovane età imparano a intimidire gli adulti di rango inferiore. Per impratichirsi in questi comportamenti aggressivi scelgono un coetaneo “bersaglio” e lo vessano di continuo” spiega la Natterson, che nel libro racconta la storia di Shrink, una delle oltre mille iene maculate seguite –dal 1996 a oggi- dal biologo svizzero Oliver Honer in Tanzania.
Il segreto è farsi degli amici
“Come iena maculata di basso rango, la madre di Shrink non poteva intervenire più di tanto per proteggere il figlio, se non cercando di frapporsi con il corpo o emettendo versi di sottomissione (sono tali le “risate” che hanno dato origine al soprannome “iena ridens”), spiega Natterson. “Tra le doti tipiche degli adolescenti, Shrink ne aveva però due particolarmente sviluppate: la capacità di stringere amicizie e quella che si chiama la “rete sociale cerebrale”, ovvero il saper intuire il proprio posto nel gruppo mediante una costante osservazione dei coetanei, che è in fondo ciò che porta gli adolescenti umani a passare ore e ore sui social-media a vedere ciò che fanno gli altri”. E questa abilità l’hanno salvato. “Shrink era particolarmente bravo in quella che si definisce “passeggiata della coalizione sociale”: è l’equivalente, per le iene, del nostro invitare qualcuno a prendere un caffè. Due giovani iene si incontrano e decidono di fare quattro passi insieme, fermandosi ogni tanto ad annusare uno stelo d’erba come puro trastullo. Sono passeggiate che possono durare qualche ora e che cementano legami” osserva Bowers. “E’ così che Shrink è diventato sempre più sicuro di sé, fino a ottenere il rispetto della iena dominante del gruppo, in una vera e propria scalata sociale”.
Nel regno animale poi, in certi casi, i poveri adolescenti non subiscono soltanto il bullismo dei coetanei, ma sono vessati dagli stessi genitori che fino a qualche mese prima li coccolavano e, improvvisamente, decidono di cambiare atteggiamento. “Fanno così le aquile imperiali spagnole”, spiega Bowers. “Può capitare di vederne una tuffarsi in picchiata verso quella che sembra una preda, ma è in realtà un figlio ormai cresciutello: gli artigli infatti non sono protesi per uccidere, ma intrecciati in modo da formare una mazza con cui l’aquilotto viene percosso. E’ il modo, piuttosto drastico, con cui l’aquila esorta i figli ad abbandonare il nido e diventare indipendenti”.
Certo, prima di ricorrere alle percosse l’aquila madre adotta anche tattiche più indirette, ad esempio rimanere indifferente di fronte alle richieste di cibo della prole che ha raggiunto l’adolescenza. “Affrancarsi dallo stato di bamboccione ha più di un vantaggio per gli aquilotti”, commenta Bowers. “Studi mostrano che quelli minacciati dalle picchiate dei genitori diventano più abili nel volo”.
Spavalderia incosciente
Un altro tipico tratto adolescenziale, la sventatezza, si può osservare nelle lontre marine della California, in quel tratto dell’Oceano Pacifico, chiamato “il triangolo della morte”. “Lì vivono centinaia di squali: è un posto così pericoloso che i biologi non si azzardano a lasciare le imbarcazioni. Solo la lontra marina bazzica regolarmente quelle acque. Non gli adulti, però: gli adolescenti”, spiega Bowers. “Abbiamo osservato anche che le stesse giovani lontre, così impavide davanti agli squali, possono andare nel panico di fronte a una piccola barca inoffensiva. Sono cioè spavalde come gli adolescenti umani”.
La stessa incoscienza mostrano le gazzelle di Thomson che, nel Serengeti (Tanzania), si avvicinano saltellando ai ghepardi. E altrettanto temerari sono i giovani pinguini, che entrano in acqua anche se dentro c’è una temibile foca leopardo. “Gli adolescenti devono imparare cos’è il pericolo e come sfuggirgli”, spiega Bowers. “Avvicinarsi a un predatore è sempre rischioso, ma per animali che stanno diventando autonomi è importante farsi un’esperienza diretta dei propri predatori, del loro odore, della loro sagoma e del modo in cui si muovono. Gli adolescenti che sopravvivono a questi azzardi poi risultano più abili, da adulti, nel salvarsi la vita. Questo impulso a confrontarsi con le proprie paure e i propri limiti assomiglia molto alla passione dei nostri teenager per i film horror o per i brividi sull’ottovolante”.
E poi c’è il sesso. “Molti credono che gli animali, una volta sessualmente maturi, inizino ad accoppiarsi senza problemi. Non è affatto così: raggiunta la pubertà molti animali non hanno la minima idea di come avvicinarsi ai partner, e possono passare anche anni in tentativi goffi e sfortunati”, racconta sempre Natterson-Horowitz.
La scoperta del sesso
“Gli albatri, per esempio, hanno bisogno di tre o quattro anni per imparare la loro complicata danza aerea di corteggiamento. Lo stesso tempo serve ai maschi delle balene megattere per emettere dei canti capaci di attrarre le femmine”. E gli impacci valgono anche per i giovani lupi, gli uccelli, i rettili, e perfino le tarme, i cui primi approcci –come mostrano gli studi dell’entomologa Shannon Farrel- sono pieni di passi falsi. “C’è una parola perfetta, nella lingua del popolo Yaghan della Terra del Fuoco, per descrivere i primi incontri amorosi tra due adolescenti: mamihlapinatapai”, conclude Natterson-Horowitz. “Indica uno sguardo condiviso tra due, ciascuno dei quali spera che l’altro dia inizio a qualcosa che entrambi desiderano ma nessuno dei due sa come iniziare”.
Giuliano Aluffi
Questo articolo è stato scritto da Giuliano Aluffi e pubblicato nel “Venerdì di Repubblica” del 24 aprile 2020, alle pp. 54-57.