Questo è un modello di programmazione desunto dalle ricerche pluri-disciplinari realizzate dai corsi sperimentali dell’Istituto “L. Stefanini” di Venezia-Mestre. Copia dei fascicoli, scritti dagli studenti e ciclostilati, è conservata nella biblioteca dell’istituto: in essi sono riportate le indicazioni bibliografiche dettagliate. Le citazioni complete si ritrovano anche nei tre volumi, da me curati, intitolati “Un progetto di curriculum di storia”, conservati nella stessa biblioteca. I materiali sono anche inseriti nel libro “Istituto Stefanini. Vent’anni di sperimentazione: verso dove? (1975-1995)”, pp. 265-273.
Il Seicento. Economia, società, istituzioni, cultura, mentalità
Economia e Stato nella crisi del XVII secolo. L’Europa al bivio. Le trasformazioni economiche del secolo.
Economia unificata e mondializzata. Differenziazione –complementarietà fra zone di sviluppo e di non sviluppo. Allargamento del mercato –Commercio di beni di largo consumo –Abbassamento dei prezzi. Il commercio triangolare: merci europee, manodopera africana, zucchero –cotone –metalli preziosi americani.
Tripartizione. Le tre Europe. Zone a forte dinamica economica. Inghilterra e Paesi Bassi. Disgregazione dei rapporti feudali nelle campagne. Istituzioni politiche rivoluzionarie.
Zone a sviluppo lento. Francia, Germania, Boemia, Scandinavia, Nord Italia. Disgregazione più lenta dei rapporti feudali. Istituzioni politiche stabili e assolutistiche.
Zone di regresso economico. Paesi iberici, Polonia, Sud Italia. Rafforzamento del potere feudale. Freno all’iniziativa produttiva di borghesi e contadini. Istituzioni politiche arretrate.
Evoluzione demografica in Europa e in Italia. 1550-1700. Analisi per zone e città.
Classi e rivoluzioni nella crisi del ‘600. Un dibattito storiografico.
Il mercantilismo. Definizione. Teoria e politica. Politica demografica. Tendenza ad ottenere un aumento della popolazione per assicurarsi una maggiore disponibilità di uomini atti alle armi, una più larga offerta di manodopera e un mercato interno più vasto. A questa politica c’è un limite dovuto all’insufficienza delle risorse producibili. Il mercato nazionale favorisce una più libera circolazione di merci all’interno dello Stato.
Politica della produzione. Intervento dello Stato per promuovere e difendere lo sviluppo di quei rami della produzione che esso ritiene più vitali per l’interesse nazionale (cantieristica, naviglio, industrie d’esportazione).
Politica commerciale indirizzata ad incoraggiare il commercio esterno e a trovargli nuovi sbocchi attraverso i trattati di commercio, l’azione diplomatica e militare, il protezionismo doganale (tendente a diminuire le importazioni e ad aumentare le esportazioni).
Politica del denaro e dei metalli preziosi. Interesse ad assicurare allo Stato una sempre più larga riserva di denaro e di metalli preziosi per soddisfare sia i bisogni fortemente aumentati delle finanze statali, sia per la profonda convinzione che l’oro costituisse la maggior forza di uno Stato. Importanza della moneta e del credito nel meccanismo di sviluppo dell’Europa. Prima –sia pur frammentaria- formulazione della teoria quantitativa della moneta.
Deprezzamento delle merci pregiate (spezie, pepe, droghe, zucchero) e aumento rilevante delle materie prime necessarie alla produzione di beni di largo consumo (metalli, fibre tessili). “La rivoluzione dei consumi in Europa: dai beni voluttuari ai prodotti necessari”. Il commercio olandese in Asia. 1648-1700. Tabella statistica. Carichi di carbone in partenza dal porto inglese di Newcastle. Tabella statistica. Produzione totale inglese di carbone. 1551-1790. Stima della distribuzione del reddito tra Pari e Gentry (definizione) nell’Inghilterra del 1601 e del 1688. Dati statistici. I Pari e le attività industriali e commerciali. 1560-1639. Dati.
Lo Stato assoluto. Definizione. E’ lo Stato della crisi, in particolare della crisi d’una classe sociale, la borghesia, che vive agli inizi del secolo una battuta d’arresto nello sviluppo della presa di coscienza di se stessa come classe egemone, tesa a partecipare direttamente al potere politico. E’ questa una definizione accettabile?
Il re è la personificazione dello Stato. Decadenza degli antichi organi rappresentativi: annullamento delle consuetudini giuridiche. I diritti nazionali si antepongono e contrappongono al diritto comune. Voce: “Assolutismo”. Voce: “Monarchia”. Gli esempi francese ed inglese. L’arretratezza ed anomalia italiana.
Le ragioni dell’affermarsi dell’assolutismo. Il ripiegamento della borghesia da posizioni di attività produttive e commerciali a posizioni di sfruttamento delle rendite e delle cariche pubbliche impone un riassetto nelle relazioni di potere tra monarchia e forze sociali. Le influenze del sentimento religioso. Convergenza di cattolicesimo e luteranesimo. La divergenza del calvinismo.
Il mercantilismo e la rivalità commerciale internazionale: lo Stato si afferma come prima condizione dello sviluppo economico e politico di un paese, “si pone come la più grande impresa del secolo” (F. Braudel). L’esempio aggressivo e stimolante dell’Olanda. Le dispute sul commercio internazionale e sulla sovranità dei mari aprono l’era moderna delle relazioni interstatuali (Grozio, Selden, Thomas, Montchrétien).
Le giustificazioni ideologiche. La teoria teocratica (la monarchia di diritto divino) in Francia, Definizione. Utopia e realismo nel dibattito filosofico sullo Stato.
Il pensiero dell’utopia. “La tensione verso l’assoluto, anima dell’immagine dello Stato”. Tommaso Campanella (1568-1639). “Poiché Dio coincide con la natura, e l’uomo può avere conoscenza della natura, ed essendo la natura immagine di Dio, ed essendo Dio la verità, il sapere coincide con la verità”. “La città del sole”. Si ipotizza la perfetta gestione di uno Stato in cui le strutture del potere corrispondano esattamente alle strutture dell’essere e perciò rispondano a pieno alle esigenze della natura umana. “Tutti son ricchi, ch’ogni cosa hanno e possedono; tutti son poveri, perché non si attaccano a servire le cose, ma ogni cosa serve a loro”. La suprema armonia dello Stato ha fondamento nel totale equilibrio che si costituisce all’interno di ogni singolo individuo. La pace sociale è il risultato della totale tranquillità che esiste all’interno delle coscienze.
Benedetto Baruch Spinoza (1632-1677). “Il fine dell’organizzazione politica è la libertà”. Lo Stato è un insieme di individui ognuno dei quali segue un proprio diritto naturale. “Il fine ultimo dell’organizzazione statuale non è quello di dominare gli uomini e neppure di frenarli con la paura o di farli cadere in balia di altri, ma di liberare ciascuno dalla paura affinché –nei limiti del possibile- possa vivere in sicurezza, e cioè serbare nel modo migliore il suo diritto naturale ad esistere e ad agire senza danno suo e di altri”. Però “gli uomini tutti non sempre e facilmente si fanno guidare dalla sola ragione”. Al contrario, ciascuno è trascinato dal “suo piacere, e molto spesso la mente è talmente presa dalle passioni che nessun luogo è lasciato alla ragione”. Perciò il compito della suprema autorità è quello di evitare gli assurdi dell’istinto e di contenere gli uomini per quanto è possibile entro i limiti della ragione “affinché vivano in concordia e in pace”. In qualunque Stato l’uomo si trovi può essere libero in quanto è libero chi è guidato dalla ragione, che produce ordine e pace, come rispetto del diritto pubblico dello Stato. “L’uomo libero nessuna cosa pensa meno che alla morte; e la sua sapienza è una meditazione non della morte ma della vita”.
La teoria applicata alla politica: disegnato e giustificato il modello di Stato esistente, contro il pensiero utopico. Thomas Hobbes (1588-1679). La filosofia non ha per scopo la conoscenza della verità trasmessaci da Dio nelle Scritture; essa ha per oggetto la realtà sensibile e lo studio dei mezzi per assoggettarla ai bisogni umani. “Lo stato di natura è la ragione in atto, cioè il processo mentale individuale e vero attraverso il quale le azioni sono riconosciute utili o dannose (…) Prima e fondamentale legge di natura è la seguente: bisogna perseguir la pace se è possibile; se è impossibile cercare alleanze per la guerra. Di conseguenza è necessario non conservare il diritto di ognuno su tutte le cose, taluni diritti devono essere abbandonati, altri venir trasferiti”. Questo trasferimento è il Patto Sociale. Presa di coscienza delle norme che regolano la natura umana che, se determinata dalla sensibilità, è aggressiva ed egoista; se dominata dalla ragione, essa comprende che la difesa dall’egoismo è nel trasferimento del diritto naturale individuale ad uno Stato. I diritti del sovrano. Nessuno può giudicare l’operato del sovrano perché egli non ha stretto patti con i sudditi e perché questi, criticando il sovrano, criticano se stessi. La modernità di Hobbes: il potere benefico dello Stato accentratore, ostile profondamente ai particolarismi degli individui e delle Chiese.
John Locke (1638-1704). Il diritto naturale e lo Stato. Lo Stato ha il compito di assicurare la pace e di promuovere la felicità, la ricchezza e quindi il diritto alla proprietà dei sudditi, perché per l’uomo la felicità è possibile solo nella libertà. Lo stato di natura non è una condizione di pura violenza, di guerra perenne. Lo stato di natura ci presenta anzi già la base di quelli che saranno i perenni diritti naturali degli individui: il diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà (intendendosi per proprietà legittima il frutto del lavoro dell’uomo). Il passaggio allo stato civile non è che il rafforzamento e il perfezionamento dei diritti naturali. Se uno Stato viene meno a queste funzioni, allora la rivoluzione da parte dei cittadini è del tutto legittima. In particolare lo Stato non deve limitare la libertà di pensiero e di fede dei cittadini, né deve in alcun modo coartare la loro libera iniziativa. Questi aspetti “privati” della vita devono mantenersi liberi dal controllo statale.
Il “Giusnaturalismo”. Definizione. Esiste un diritto naturale, un criterio universale di giudizio, derivante dalla natura umana e quindi dalla ragione. L’esistenza d’uno stato di natura è anteriore a quello sociale. Il passaggio dallo stato di natura a quello sociale si realizza attraverso il “contratto sociale”. Diritto naturale e diritto positivo. Definizione. Influenza dell’antropocentrismo e del soggettivismo rinascimentali: il diritto naturale si basa sulla natura umana intesa come ragione. Stato di natura e contratto sociale. Definizione.
Il “contratto sociale” come nuova giustificazione dell’assolutismo monarchico nel pensiero di Hobbes. La condizione naturale era uno stato di guerra di ciascuno contro tutti gli altri. L’uomo deve sottomettersi senza condizioni alle leggi positive perché nello stato di natura non vi sono norme di condotta. La pace, fondamentale ricerca dell’uomo, si consegue solo con la sottomissione ad un potere assoluto. Il potere ha origine contrattualistica: perciò sono gli stessi sudditi a riconoscere e attribuire ogni potere al sovrano. Il contrattualismo giusnaturalistico come opposizione all’assolutismo monarchico nel pensiero di Locke. Lo Stato non deve annullare totalmente la condizione naturale dell’uomo ma ripetere –nello stato di società- le felici condizioni dello stato di natura.
Il caso Italia: l’insurrezione del 1647-1648 nel Sud. Significato ed esemplarità di una “rivoluzione periferica”.
Schema introduttivo. Le rivolte e le rivoluzioni in Europa. Loro significato. Centro e periferia.
La sitazione italiana. La rifeudalizzazione. Definizione. Demografia. Carestia. Disoccupazione. Involuzione commerciale, investimento nei latifondi, appalti delle gabelle, predominanza della nobiltà. I rapporti di produzione nelle campagne. Stasi manifatturiera (dati per Firenze, Milano, Venezia). Calo d’importanza del naviglio commerciale italiano. Dati.
Crisi economiche “d’ancien règime”. Un dibattito storiografico. Braudel, Romano, Cipolla.
Il Regno di Napoli tra ‘500 e ‘600. Il pesante carico fiscale, imposto dalla Spagna, alimenta le spese di lusso e di guerra della Corte di Madrid. Documento, 3 novembre 1643, Camera della Sommaria.
La ribadita alleanza tra baronaggio meridionale e monarchia spagnola. Documento. 1642, “Memoriale dei baroni”.
Il gravosissimo peso della feudalità. “Il barone usurpa diritti, impone tasse, requisisce, esige doni, esige ospitalità, obbliga, punisce, ordina…”. Documento. “Protesta antibaronale di Spinoso”, paesino in provincia di Potenza. 29 settembre 1647.
Aumento del numero e del peso della nobiltà. Documento. “Inventari patrimoniali desunti da testamenti”, Napoli, 1608. Il funaro G. Cippo. La nobildonna Beatrice di Capua.
Il sistema d’appalto delle gabelle. “L’arrendamento”. Definizione. Esempi.
Brigantaggio e banditismo sociale. Definizione e cause del fenomeno. Briganti e vagabondi. I poveri. Possibilità di documentazione. Quadro d’insieme. Banditismo e rifeudalizzazione.
La rivolta del 1647. Le cause immediate. Le cause profonde. Le richieste degli insorti. Le forze sociali che appoggiano la rivolta. La figura e il ruolo di Giulio Genoino. La figura e il ruolo di Masaniello. Il ruolo della Chiesa e del clero. L’insurrezione delle province. Lo scontro diretto con gli spagnoli. La proclamazione della Repubblica e il ruolo della Francia. 22 ottobre 1647. Documento. 17 ottobre, “Manifesto del fedelissimo popolo di Napoli”. L’epilogo. 5 aprile 1648: la resa. La repressione.
Quali le ragioni della stretta alleanza tra baronaggio meridionale e Spagna nelle vicende del 1647-’48? Il dibattito tra gli storici. Le opinioni di G. Galasso e di R. Villari.
Quale coscienza rivoluzionaria nel XVII secolo? Le rivolte plebee. “La plebaglia che ha per scopo supremo il pane”. Un quadro sociologico di Napoli, G. Cesare Capaccio, 1630. La società come struttura di dominio. T. Campanella, 1601. I contrasti e le contraddizioni. Il lento distacco del mondo contadino dalla subordinazione ideologica e psicologica alle classi signorili. La qualità antifeudale dell’insurrezione del Sud.
Le rivoluzioni d’Olanda e d’Inghilterra sono espressione di coscienza rivoluzionaria borghese? Rielaborazione di valori in funzione antinobiliare: anti-assolutismo e costituzionalismo, la monarchia costituzionale. L’eredità della rivoluzione umanistica e scientifica del ‘400 e ‘500.
L’Italia nella crisi del ‘600. Il tracollo economico. “Un ristagno che coinvolge tutto: uomini, cose, terra, telai, mentalità”. Demografia: squilibri e stagnazione. “Uomini senza terra e terra senza uomini”. L’offensiva nobiliare. Terrierizzazione e rifeudalizzazione.
Scienza –Dominio –Produzione.
Un mondo a misura di numero. Quando cambia il paradigma scientifico. Gli effetti della rivoluzione copernicana sulla concezione del mondo. Le nuove cosmologie del secolo. Lo Spazio e il Tempo. L’età di Bacone e Galileo.
Bacone (1561-1626). La nuova finalità della scienza: portare al dominio dell’uomo sulla natura e sulla produzione. “Il sapere deve divenire un’attività pratica per sottomettere le cose alla nostra volontà”. Il fine della scienza è costruire il regno dell’uomo. L’empirismo: per prima cosa registrare tutte le osservazioni possibili e solo dopo passare all’interpretazione teorica. Rivalutazione del ruolo dell’esperienza. Affermazione del ragionamento: “Osservazioni ordinate e meditate da cui trarre regole generali e che schiudano la via a nuove osservazioni”. Il vero scopo della scienza è migliorare la vita umana con le nuove scoperte. Importa soprattutto saper usare le forze naturali a vantaggio dell’uomo. Interesse per la meccanica, per le sperimentazioni del lavoro artigiano, per la “magia naturale”. Il dominio sulla natura è segno della grazia e della predestinazione. I limiti del suo pensiero. La scienza è ancora “qualitativa, conoscenza di essenze”. La Royal Society.
Descartes. Una nuova sistemazione del sapere, ossia un nuovo metodo. “L’insoddisfazione”.
Galileo Galilei (1564-1642). Abolita la divisione cielo-terra. 7 gennaio 1610. “Lettera ad Antonio de’ Medici”. La relatività galileiana: confutato il concetto aristotelico di moto. “Dialogo sopra i massimi sistemi”, 1632. La struttura matematica della natura: “essa è scritta in lingua matematica e i caratteri sono triangoli, cerchi ed altre figure geometriche”. Riflessi tecnologici: con le leggi matematiche si studiano i fenomeni naturali. La macchina è strumento capace di utilizzare l’energia naturale. Metodo induttivo (scomporre i fatti naturali in elementi concettuali semplici) e deduttivo (verificare il procedimento precedente e portarlo a concretezza). Il rapporto tra teoria ed esperimento. La scienza, scoperta e ricerca mai conclusa. Le nuove cosmologie. La lingua degli scienziati. Ragione e superstizione. Scienza e fede: Galilei e la Controriforma. Una nuova sistemazione dei rapporti.
Le invenzioni. Orologio a pendolo, macchina calcolatrice, pompa ad aria. Applicazioni della matematica e della nuova scienza. Nuova domanda economica e sociale.
Le fonti energetiche. C’è una crisi crescente dell’offerta di energia “produttiva”, per carenza di materie prime e per una strozzatura tecnologica: l’impossibilità di aumentare, a seconda dei bisogni, i livelli di produzione di energia delle singole unità generatrici. Il legname. Diffusione larga come combustibile domestico e industriale, devastazione di zone boschive, crescente carenza, tutela legislativa. La serie dei prezzi, 1425-1760. Grafici. Le acque. Secolare fonte di energia. Il mulino. Le condizioni climatiche del territorio. La tecnologia. La ruota idraulica. La gestione. Mulini di campagna e di città. Un caso particolare: la Repubblica di Venezia. L’esigenza di legname per la costruzione di navi e per la riqualificazione urbana. La preoccupazione per i disboscamenti dell’entroterra e per l’interramento della laguna.
Organizzazione normativa e gerarchica della società e della cultura: controllo delle coscienze e, nello stesso tempo, scavo interiore e sperimentalismi paradossali.
Gerarchie sociali e modelli di cultura. Codificazione e istituzionalizzazione della letteratura. Un processo, iniziato già nel ‘500, e che continua in questo secolo ma sottoposto –insieme- a forti cariche trasformatrici e gradualmente e profondamente modificato. Ad ogni genere si affianca un anti-genere o parodia e rovesciamento paradossale del modello (il poema eroicomico). Si tende a sperimentare mescolanze tra i generi (la tragicommedia). Si creano nuovi generi (il romanzo?). Modelli di comportamento. N. Elias.
“Barocco”. Etimologia. Definizione. Rivoluzione culturale in nome dell’ideologia cattolica? “L’opera d’arte è opera di persuasione che serve ad attuare il progetto cristiano”.
In architettura è liberazione spaziale, liberazione dalle convenzioni, dalla geometria e dalla staticità. L’illusione spaziale. La Roma di Bernini e Borromini. L’effetto scenografico, le scene dilatate, la linea curva, i contrasti chiaroscurali, l’agitazione del divenire. La linea serpentina. I segni. I giardini e le ville. L’Italia barocca. Una nota di F. Braudel.
La percezione visiva. Il ritratto pittorico. Storia dell’immagine e storia d’Italia.
La festa, espressione globale d’una società gerarchica e integrata. Il gran teatro delle macchine e delle maschere. Le istituzioni teatrali. La Commedia dell’arte. Definizione. Dario Fo interpreta Arlecchino. Le “commedie ridiculose”: Fame e Amore da “L’anima dell’intrico” di P. Veraldo. La prova delle macchine sceniche, da “Fontana di Trevi” di G. L. Bernini.
L’arte comica e la Chiesa. Il luogo teatrale è definito dalla società religiosa modello negativo di adulterio, prostituzione, corruzione. Pedro de Mendoza, “Scolasticae et morales disputationes”, 1631. L’alternativa è “il teatro della fede”. P. Segneri, “Il cristiano istruito nella sua legge”. La censura serve a temperare il divertimento e ad assicurare l’onestà del contenuto della commedia e della condotta degli attori. “Cristo e Pulcinella”, una nota di Fontana.
La funzione della musica. “La vista e l’udito”, la scena barocca, una nota di F. Braudel. La Camerata dei Bardi. Le Accademie. Ritorno ideale alla musica greca. Il fine della nuova musica è “muovere gli affetti”; il meccanismo di attuazione deve essere lucido, semplice, razionale. La monodia è connaturata alla stessa natura dell’uomo ed è perciò eterna ed immutabile. Vincenzo Galilei, “Dialogo di musica antica e di moderna”. Claudio Monteverdi, “La favola d’Orfeo”, 1607: primo dramma in cui la musica si autonomizza nettamente dalle parole. Lo sviluppo della strumentistica musicale. Centri di produzione, formazione professionale e diffusione dei musicisti.
Il romanzo. I romanzi del secolo: precettismo moralistico e analisi dei sentimenti. “La Rosalinda” di B. Morando. Comportamenti rigidi e anarchismo individualista. “Vida” di Alonso de Contreras. Gli eroi comici: vagabondi e pazzi nei romanzi e nei poemi. Il”romanzo picaresco”. Definizione. “Il Buscòn” di Quevedo.
Miguel de Cervantes (1547-1616), “Don Chisciotte”: interpretazioni di Auerbach, Segre, Torrence, Foucault. “Le novelle esemplari”.
Ch. Von Grimmelshausen (1625-1676), “L’avventuroso Semplicissimus”: quadro d’orrori e crudeltà inaudite nella Germania della Guerra dei Trenta Anni. Bisogno di conoscere, dominare il mondo e la propria fortuna. “Vita dell’arcitruffatrice e vagabonda Coraggio”. L’eroe è una donna di basso rango e bassi istinti, perversa e corrotta, forte e risoluta. E’ affrontato, illuminato, rovesciato il rapporto tradizionale uomo-donna.
Gli intellettuali: ruolo professionale e rapporto con i committenti e con il pubblico.
I letterati: per chi scrivono e in quale lingua.
L’egemonia della Chiesa e i problemi degli intellettuali laici. Scritti non pubblicati e scrittori giustiziati. “Chi parla è mandato in galera, chi scrive è impiccato, chi sta quieto va al Santo Uffizio”. La censura ecclesiastica e la cultura. Origine sociale e destini professionali dei convittori dei collegi gesuitici. “Istruzioni ai sacerdoti nel predicare”. La strategia del confessore, da “Istruzioni per i novelli confessori”. Il soffocamento di ogni manifestazione religiosa alternativa. Il parroco, evangelizzatore delle campagne.
L’eretico Giordano Bruno. L’eretico Menocchio.
T. Campanella, 1603, “Il potere ai filosofi”. M. de Montaigne, “Les Essais”, la coscienza della diversità. Gli ambienti universitari ostili a Galilei.
La storiografia militante. P. Sarpi, “se vivi in Italia, una maschera sei costretto a portare”. Norme per l’intellettuale dissidente.
prof. Gennaro Cucciniello